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Purtroppo le frane sono una vecchia costante per il nostro Comune.

In casa, da qualche parte, ho un libro dove si racconta anche della costruzione della Provinciale e mi ricordo che leggendolo anni fa notai che veniva riportato che il tratto tra Monterenzio e Savazza doveva passare, in un primo progetto, sull’altra sponda del fiume proprio per timori di tal natura, poi per ragioni non comprensibili la fecero passare dove è ora.

In ogni caso, ad inizio febbraio 1977 partì la più grossa frana fino ad allora occorsa, che colpì i capannoni che si trovavano più o meno di fronte al ponte che porta al Cimitero, che allora era in legno (è il ponte Bayley che, quando è stato fatto quello in cemento, è stato rimontato nella strada che porta dai Poli).

Nella prima foto, quella a colori, potete vedere come appariva la prima frana vista da lontano (Foto dell’8 febbraio 1977 – Grazie a Maria Cristina Lenzi).

A luglio 1977, nello stesso punto, venne giù la seconda frana, che spazzò via l’intera montagna (vedi le tre foro in bianco e nero – Grazie a Gianluca Grillini)

Come potete vedere, fu un disastro: la seconda frana bloccò la Provinciale (il volume di terra interessata era molto più grande rispetto alla frana venuta giù nel 2023), ma si mobilitarono tutti, senza risparmio nè esitazioni.

Oltre ai Vanti del Palazzo di Bisano (la frana aveva interessato anche i capannoni che erano sotto, di loro proprietà) si mossero i fratelli Grillini (che avevano la cava di Savazza), i camionisti locali (ricordo Vanti Cesare e Italo Berti) e, secondo qualche ricordo, anche i Filippini di Mercatale.

La terra venne spostata subito a valle, tra Monterenzio e La Rocca; quasi tutta la terra che oggi vedete tra la strada e l’odierno argine del fiume in quel non piccolo tratto viene da quella frana, mentre prima l’argine era quasi tutto a ridosso della Provinciale.

Non c’erano i mezzi d’oggi e nemmeno ci si preoccupò del denaro, anche le istituzioni e il Comune fecero la loro parte e in poco tempo la strada fu riaperta. Fatti e non p…..te, come direbbe un noto comico.

Oggi è tutto molto più complicato, ma io direi che è anche tutto molto più alla “non è compito mio” e “chi se ne frega”, purtroppo.

Ringrazio per i contributi di memoria Mara, Donata, Claudia ed Elena Vanti, e Luciano Bonfiglioli, per le foto Gianluca Grillini e M. C. Lenzi.

Paolo Dall’Olio